
Lo scenario in rapida evoluzione della pandemia della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) sta stimolando una profonda riflessione sulle relazioni tra il cibo e l'agente eziologico, la sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2).
Una recente pubblicazione italiana analizza lo stato delle conoscenze riguardanti il cibo come possibile strategia di difesa / co-terapia contro il coronavirus SARS-CoV-2, attraverso la discussione di due principali linee di ricerca.
Una linea di ricerca riguarda il ruolo dei micronutrienti, dei componenti alimentari e delle diete nel rafforzamento del sistema immunitario attraverso sperimentazioni cliniche; le formulazioni potrebbero essere sviluppate come potenziatori del sistema immunitario o come coadiuvanti nelle terapie.
Si sono studiate la vitamina C, D, le fibre, la quercetina, il miele, i PUFA, così come alcuni tipi di diete quali la chetogenica.
L'altra linea di ricerca riguarda lo studio delle interazioni chimiche che specifici composti alimentari possono avere con bersagli dell'ospite o del virus in modo da interferire con il ciclo infettivo virale di SARS-CoV-2. Questa linea richiede, come primo passo, una valutazione in silico per scoprire composti chiave, che possono essere ulteriormente sviluppati attraverso studi di drug design, test in vitro e in vivo e, infine, sperimentazioni cliniche per ottenere molecole terapeutiche.
In questo campo, si sono sperimentate diverse sostanza quali la glicirrizina, l’acido caffeico, il resveratrolo, la curcumina, i componenti del propoli, le catechine del tè e altri.
Tutte queste promettenti strategie promuovono il ruolo del cibo nelle strategie preventive / co-terapeutiche per affrontare la pandemia COVID-19.